Uno degli "eroi" di Chernobyl, gli uomini che lavorarono per mettere in sicurezza il reattore 4 esploso il 26 aprile 1986, si è suicidato.

Lo ha fatto dopo aver rivissuto il suo dramma guardando la famosa serie tv, initolata proprio "Chernobyl" e trasmessa in tutto il mondo. Protagonisti della fiction sono proprio i cosiddetti "liquidatori", precettati da Mosca per contenere i danni del disastro.

A raccontare la storia di Nagashibay Zhusupov al quotidiano britannico Daily Mail è stata la figlia 25enne Gaukhar.

"Ha guardato la serie tv con noi, in famiglia, rivivendo con le lacrime agli occhi quel periodo", ha raccontato la giovane. "La fiction - ha aggiunto - gli ha riportato alla mente dolorosi ricordi del suo sacrificio".

Contadino kazazo, Zhusupov venne chiamato dal governo e inviato sul sito dell'incidente. Una chiamata, quella di Mosca, a cui non si poteva dire di no.

Una volta tornato in patria, l'uomo non ha ricevuto quanto promesso. Non è stato trattato come un eroe. Voleva un alloggio popolare per sé e i suoi familiari (moglie e cinque figli), ma è stato sistemato in un dormitorio. Ancor più deludente l'entità della sua pensione, 39 euro a settimana.

Così, rivivendo quei momenti che lo hanno fatto ammalare, ripensando all'umiliazione subita da quello Stato che lo ha preso in giro, dopo aver visto la serie è salito sul tetto di un palazzo e si è lanciato nel vuoto.

"Si è sentito ingannato dal governo", sostengono gli amici.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata