Cinque “terroristi” uccisi, 329 arrestati e 41 ostaggi liberati. È il primo rapporto ufficiale delle Forze armate ecuadoriane sulle operazioni effettuate dopo l'ondata di violenze scatenata dalla criminalità organizzata in tutto il Paese. Un’azione complessiva di bande diretta a creare caos.

Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza e di “conflitto armato interno”.

I morti sono una quindicina, numerosi i feriti.

Le immagini diffuse da tv e social - fra cui quelle di un assalto di individui dal volto coperto al canale TC Television di Guayaquil con giornalisti in ginocchio che implorano di non essere uccisi e dei cadaveri abbandonati nelle strade - hanno scosso l'opinione pubblica e preoccupano ora la comunità internazionale. Usa, Spagna e Italia hanno manifestato la loro solidarietà all'Ecuador, così come Brasile, Argentina, Cile, Colombia, Perù e Paraguay, mentre la Cina ha chiuso ambasciata e consolati.

Le misure eccezionali disposte dal governo, con il dispiegamento nelle strade di soldati in tuta mimetica e di veicoli blindati, sono giunte dopo la fuga dal carcere del narcotrafficante e leader di “Los Chineros”, Adolfo Macías, alias Fito. Subito hanno provocato una violenta reazione dei gruppi criminali, con rivolte nelle carceri, presa di ostaggi, attacchi armati, incendi, omicidi e sequestri.

(Unioneonline/s.s.)

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