Jair Bolsonaro è ufficialmente il presidente del Brasile.

Il leader del partito di estrema destra, vincitore delle elezioni presidenziali di ottobre, ha prestato giuramento oggi, nel corso di una cerimonia solenne al Congresso di Brasilia, cui hanno partecipato molti leader mondiali (per l'Italia il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio).

"Avremo un periodo di grandi sfide, ma se sapremo ascoltare il popolo riusciremo a raggiungere gli obiettivi", ha detto nel suo discorso di insediamento, ringraziando Dio per la vittoria e "per essere vivo" dopo l'aggressione a colpi di coltello subita durante la campagna elettorale.

Bolsonaro ha poi chiesto l'appoggio dei parlamentari per "rimettere in piedi" il Brasile.

"Abbiamo creato la nostra equipe con una forma tecnica, senza l'inclinazione politica che ha trasformato lo Stato in inefficiente e corrotto", ha proseguito, per poi promettere: "Realizzeremo riforme strutturali, che saranno essenziali per la salute economica e la sostenibilità dei conti pubblici. Dobbiamo creare un circolo virtuoso e aprire i nostri mercati al commercio internazionale".

Nel discorso sono anche emerse le sue idee estremamente conservatrici, spesso e volentieri finite sotto accusa, così come le sue posizioni dure, intransigenti e xenofobe.

"Uniremo il popolo, valorizzeremo la famiglia e le nostre tradizioni giudaico-cristiane, rispetteremo le religioni, combatteremo l'ideologia di genere. Il Brasile tornerà a essere un Paese libero dalle catene ideologiche", ha assicurato Bolsonaro, che si è anche detto pronto a rendere più facile l'ottenimento del porto d'armi per difendersi dalla criminalità.

Quanto alla squadra di governo, nell'esecutivo entrerà Sergio Moro, il giudice anticorruzione che ha condannato l'ex presidente Lula. Per lui si apriranno le porte del ministero della Giustizia.

Per l'Economia è stato scelto l'ultraliberista Paulo Guedes, mentre agli Esteri andrà Ernesto Araujo, diplomatico di carriera e grande ammiratore di Donald Trump.

Nel governo anche due donne: Damares Alvez e Tereza Cristina. La prima, pastore evangelico e convinta anti-abortista, sarà responsabile del dicastero per la Famiglia, la Donna e di Diritti umani. La seconda, legata alla lobby dei grandi produttori agrari, avrà il ministero dell'Agricoltura.

(Unioneonline/l.f.)

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