Dopo l’assalto ai palazzi del potere di Brasilia da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro cadono le prime teste eccellenti.

Si tratta dei responsabili della sicurezza della capitale brasiliana, rimossi dagli incarichi e accusati di “comportamento omissivo”. La decisione è stata presa dal segretario esecutivo del ministero della Giustizia, Ricardo Cappelli.

Rischia l’arresto anche il segretario alla Pubblica sicurezza del Distretto federale, Anderson Torres, che per "difendersi" dalle accuse ha anticipato il rientro dagli Stati Uniti, dove si era recato per ferie proprio alla vigilia delle depredazioni.

La sua "omissione" riguardo ai fatti di Brasilia è stata "ampiamente provata", il che è un fatto "gravissimo", secondo il giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes.

Intanto, mentre non si fermano gli arresti (con gli assaltatori che rischiano fino a 24 anni carcere), le frange più estreme dei bolsonaristi annunciano nuove, eclatanti proteste. 

Per questo, il governo ha imposto misure di sicurezza straordinarie, soprattutto nella capitale, che potrebbe essere teatro di una nuova, imponente manifestazione di “estremisti di destra”, che si oppongono al nuovo presidente Luiz Inacio Lula. 

(Unioneonline/l.f.)

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