L'aeroporto di Mitiga, a Tripoli, l'unico funzionante nella capitale libica e situato nella periferia orientale della città, è stato chiuso dopo un bombardamento contro lo scalo che, secondo quanto riferito dalla tv satellitare al-Jazeera, sarebbe stato effettuato da due aerei delle forze del generale Khalifa Haftar.

Il raid, che ha colpito una delle piste di atterraggio, non ha fatto vittime e al momento non è stato rivendicato.

Nel frattempo sono già oltre 2.800 gli sfollati a causa dell’escalation di violenze nei dintorni della capitale. E l'Onu, per voce del coordinatore umanitario per la Libia, Maria Ribeiro, continua a chiedere una tregua umanitaria denunciando un aumento delle sofferenze per "i rifugiati e i migranti trattenuti in modo arbitrario nei centri di detenzione in aree di conflitto".

L'appello, in queste ore, per un rapido intervento nel Paese e perché la situazione non degeneri, si leva da più parti.

L'EUROPA - "L'Europa deve intervenire subito unita in Libia per evitare nuove crisi migratorie di cui l'Italia pagherebbe un prezzo altissimo. Se non si interviene ora, la situazione diventerà ingovernabile", ha tuonato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

A fargli eco l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini, che in conferenza stampa a Lussemburgo, al termine del Consiglio Affari Esteri, ha specificato come l’Ue "si rivolgerà unitariamente alle parti in causa" in Libia "e agli attori regionali per spingere" nella direzione di un ritorno al tavolo dei negoziati, con una "tregua immediata" nelle ostilità.

"Non abbiamo adottato conclusioni formali scritte – specifica Federica Mogherini - ma c'è un chiaro consenso tra gli Stati membri per fermare immediatamente qualsiasi azione militare all'interno della Libia, che sia da parte di libici, o, e speriamo di no e che non succeda mai, attori esterni" al Paese, aggiunge.

Nel corso del Consiglio, conferma, "abbiamo discusso di Libia, anche se non era in agenda. Seguo gli avvenimenti minuto per minuto, che non stanno certo andando nella giusta direzione. Ho visto unità tra gli Stati membri su questi punti: anzitutto, esortiamo tutte le parti e gli attori regionali a favorire una tregua immediata, ad evitare ulteriori escalation militari e le notizie che arrivano dall'aeroporto non vanno affatto in quella direzione".

"Invitiamo tutti - continua la Mogherini - ad evitare ulteriori azioni militari e a tornare al tavolo dei negoziati, sotto egida Onu. Nessun cittadino libico è felice degli sviluppi recenti: i leader politici e militari libici devono assumersi le proprie responsabilità e dare pace e stabilità al loro Paese”.

(Unioneonline/v.l.)
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