«Finiamo il lavoro insieme»: è il refrain del discorso di Joe Biden sullo stato dell'Unione, nel quale ha rivendicato davanti al Congresso i suoi successi, tracciato la futura agenda come se fosse già il programma elettorale della sua attesa ricandidatura e lanciato un appello per una collaborazione bipartisan ai repubblicani.

Senza però rinunciare ad attaccarli in più di un'occasione, venendo ricambiato con interruzioni e insulti come «bugiardo».

Un discorso di 73 minuti. Biden ha dedicato solo il finale alla politica estera, ribadendo l'impegno «a restare al fianco dell'Ucraina finché necessario» e mettendo in guardia la Cina che gli Usa agiranno ogni volta che Pechino «minaccerà la nostra sovranità, come abbiamo dimostrato la scorsa settimana», con l'abbattimento del presunto pallone-spia.

Biden ha citato il suo piano per l'economia americana, «che è nella posizione migliore al mondo per crescere: stiamo costruendo un'economia in cui nessuno è lasciato indietro. I posti di lavoro stanno tornando, l'orgoglio sta tornando per le scelte che abbiamo fatto negli ultimi due anni. Questo è un progetto per le tute blu (gli operai, ndr) per ricostruire l'America. Il mio piano economico riguarda l'investimento in luoghi e persone che sono stati dimenticati».

Biden ha poi delineato la sua roadmap: riforma della Polizia, divieto delle armi d’assalto, ripristino del diritto d’aborto (con la minaccia di veto su qualsiasi bando a livello nazionale), la sfida climatica come «minaccia esistenziale», un fisco più giusto con la minimum tax per i ricchi e la quadruplicazione delle tasse sul buyback delle grandi aziende, come quelle petrolifere, «che fanno profitti scandalosi pagando zero di tasse federali». E la difesa del welfare, contro i tagli evocati dai repubblicani al social security (la previdenza) e a Medicare (l'assistenza sanitaria per gli ultra 65enni).

Il presidente non ha dimenticato neppure un accenno all'assalto al Capitol del 6 gennaio 2021: «Due anni fa, la nostra democrazia ha affrontato la sua più grande minaccia dai tempi della guerra civile. Oggi, benchè ferita, la nostra democrazia rimane indomita e intatta. La storia dell'America è una storia di progresso e resilienza. Siamo l'unico paese ad uscire più forti da ogni crisi».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata