È ancora caos in Kirghizistan, dove dopo le elezioni parlamentari di domenica si è aperta una pericolosa crisi politica.

Migliaia di persone sono scese in piazza denunciando brogli elettorali e, dopo violenti scontri con la polizia, i manifestanti hanno occupato i palazzi del potere, hanno fatto uscire di prigione alcuni politici di spicco e hanno ottenuto l'annullamento del controverso voto ufficialmente stravinto dai partiti di governo.

Il presidente Sooronbai Jeenbekov dopo l'improvvisa sparizione ha detto di essere "pronto a dimettersi" nel tentativo di porre fine al caos post-elettorale che sta paralizzando il Paese. Intervenuto sul suo sito, Jeenbekov si è detto disposto a lasciare quando verrà fissata una data per nuove elezioni ed i cambiamenti nel governo verranno confermati dal Parlamento e dal suo ufficio. Ha poi firmato un decreto che solleva il governo e il primo ministro del Paese dalle loro funzioni, come ha dichiarato il servizio stampa presidenziale.

"Il presidente del Kirghizistan Sooronbai Jeenbekov ha firmato un decreto che accetta le dimissioni del primo ministro Kubatbek Boronov. Anche il governo del Kirghizistan è stato sollevato dalle sue funzioni", recita la nota.

Nel frattempo, l'ex presidente kirghiso Almazbek Atambayev come riferito da un suo cosigliere sarebbe miracolosamente scampato a un tentato omicidio: sconosciuti avrebbero sparato sulle auto su cui viaggiavano Atambayev e altri due oppositori, Omurbek Babanov e Sapar Isakov.

(Unioneonline/v.l.)
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