È il giorno del lutto nazionale in Albania, all'indomani del tremendo sisma che ha colpito il Nord del Paese devastando la città di Durazzo.

Il bilancio delle vittime è da aggiornare purtroppo: sono 29 al momento, tra cui tre bambini. Oltre 650 i feriti. Si continua a scavare tra le macerie, alla ricerca dei circa venti dispersi - quattro sono bambini - per cui più passa il tempo più si affievoliscono le speranze.

A Durazzo in pochi si sono azzardati a dormire a casa. Alcuni sono andati in albergo, altri hanno preso auto e vestiti e si sono allontanati dal paese per dormire in macchina, o sono stati ospitati nella tendopoli allestita dall'esercito per le migliaia di sfollati di Durazzo e Thumane, i paesi più colpiti.

La prima scossa, la più devastante, è stata di magnitudo 6.5, poi ne sono arrivate un altro centinaio meno intense ma ben percepibili (in particolare una di magnitudo 5 nel pomeriggio di ieri.

Le scosse sono state percepite anche in Montenegro, Kossovo, Grecia e nel Sud Italia, in Basilicata, Puglia e Campania.

Si scava tra le macerie (Ansa)
Si scava tra le macerie (Ansa)
Si scava tra le macerie (Ansa)

E come in ogni catastrofe di simili dimensioni, ci sono le storie che commuovono gli albanesi e il mondo intero. Quella della nonna che ha fatto da scudo col suo corpo al nipotino. Quando sono stati trovati, solo il piccolo era in vita. C'è anche il caso di un uomo di Kurbin che, terrorizzato, si è lanciato dalla finestra ed è morto.

Dall'Italia arrivano aiuti via aereo, mentre il ministro Lamorgese ha fatto sapere che già un centinaio di vigili del fuoco e tecnici sono partiti per dare una mano, cui vanno aggiunti medici e uomini della Protezione civile.

"State calmi, state vicini l'uno all'altro per affrontare questo colpo", ha detto il premier albanese Edi Rama.

"Voglio ringraziare il popolo italiano e le sue istituzioni per il grande contributo in questa tragedia", ha dichiarato il presidente della Repubblica Ilir Meta. "Il ringraziamento è doveroso non solo per le squadre altamente professionali che sono al lavoro in questo momento, ma per tutto quello che l'Italia sta facendo per affrontare la tragedia".

Nicola Cannas (foto L'Unione Sarda)
Nicola Cannas (foto L'Unione Sarda)
Nicola Cannas (foto L'Unione Sarda)

IL MEDICO SARDO - "È stato un incubo, il palazzo ondeggiava, alcuni mobili sono caduti e lo specchio si è frantumato insieme al vetro di una cornice. Fortunatamente non ho perso lucidità e mi sono messo in salvo". È il racconto, fatto sulle pagine del nostro giornale, di Nicola Cannas, 29enne medico cagliaritano da tre settimane a Tirana per seguire un progetto.

"Mi sono precipitato in strada con i miei vicini: c'erano centinaia di persone spaventate, tutti aspettavano notizie e volevano mettersi in contatto con amici e parenti, tutti digitavano su smartphone e tablet", racconta.

La casa in cui alloggia il giovane ha subito danni ingenti, la paura è tanta e Nicola Cannas sta decidendo il da farsi. Ma nel dramma è "entrato in contatto con il vero carattere degli albanesi". "Ho socializzato con tante persone del mio quartiere, ci siamo messi a disposizione per aiutare, diversi signori mi hanno offerto del caffè. Ho percepito tanta umanità e una grande voglia di ripartire".

(Unioneonline/L)

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