Alan Kurdi, la nave con 64 migranti senza permesso di sbarco: "Acqua e cibo stanno finendo"
La ong Sea Eye, dopo il divieto di sbarco in Italia, resta in mare: "Vite umane in balìa delle scelte politiche"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Le scorte di cibo e acqua si esauriranno a breve e la situazione medica potrebbe deteriorarsi rapidamente una volta che la tempesta prevista arriverà. Esortiamo pertanto gli Stati membri europei ad agire in nome dell'umanità e nel rispetto dei diritti umani".
Questo l'appello lanciato dall'equipaggio della Alan Kurdi, la nave della ong tedesca Sea Eye che naviga in acque internazionali con 64 migranti a bordo, tra cui donne, bambini e un neonato, salvati dopo un naufragio in acque libiche.
Respinta dall'Italia, l'imbarcazione spera nell'ok allo sbarco a Malta.
"Sembra che la soluzione alla nostra situazione possa essere solo politica", spiega la ong.
Aggiungendo: "Siamo diventati dipendenti dai negoziati tra gli Stati membri dell'Unione europea e ciò rappresenta una inaccettabile distorsione e violazione del diritto. Questa posizione, dove si rischia di essere arrestati se si segue la legge e si fa ciò che è giusto, mentre si è costretti a prolungare la sofferenza delle persone facendo ciò che gli Stati richiedono, ci fa soffrire".
(Unioneonline/l.f.)