L'Assemblea nazionale del Venezuela, controllata dall'opposizione, ha approvato la strategia per l'ingresso nel Paese degli aiuti umanitari offerti dai governi stranieri, ma i militari hanno bloccato il ponte al confine con la Colombia per il passaggio di alimenti e medicinali.

L'operazione, in programma per venerdì, prevede, come "prime azioni", l'ingresso di due convogli di camion, uno dalla città di Cùcuta in Colombia e l'altro da Paracaima, in Brasile.

Ma Maduro non ci sta: "A Cùcuta non entrerà nessuno - ha detto il presidente - Cosa pensano di fare? Come se noi non avessimo alcuna forza militare su cui contare per difendere il Venezuela. Qui non entrerà nessun soldato invasore, da qualsiasi parte provenga. Ve lo assicuro io, in quanto comandante della forza armata nazionale bolivariana".

Quella degli aiuti umanitari è la nuova sfida dell'autoproclamato presidente Juan Guaidò.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE AD INTERIM - "Rischio di finire in carcere ma non lo temo", sono le parole di Juan Guaidò ai microfoni di Sky Tg 24, all’Assemblea nazionale del popolo che presiede, in cui si è discusso oggi dei possibili aiuti umanitari per il Venezuela.

Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela, ha parlato dei rapporti con l’Unione Europea, dicendo di essere molto soddisfatto del sostegno di molti Paesi del Vecchio Continente.

Al momento sono 19 gli Stati dell’Ue che riconoscono Guaidò. La Russia resta invece accanto a Nicolas Maduro.

Juan Guaidò (Ansa)
Juan Guaidò (Ansa)
Juan Guaidò (Ansa)

All’assemblea nazionale del Popolo (eletta nel 2015), che ha il potere legislativo, è una giornata in cui si è deciso sugli aiuti umanitari che devono arrivare da tre zone di accesso nel Paese.

(Unioneonline/s.a.)
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