Il 4 febbraio di 79 anni fa iniziava la Conferenza di Yalta. Churchill, Roosvelt e Stalin, i tre vincitori della Seconda Guerra Mondiale, si incontravano nell’omonima località in Crimea per decidere cosa fare dell’Europa e del mondo alla fine del devastante conflitto.

Mancavano pochi mesi alla definitiva resa di Hitler e Usa, Urss e Gran Bretagna avevano già la vittoria in pugno quando si incontrarono nel palazzo di Livadija, residenza estiva dell’ultimo zar di Russia. 

Lì presero diverse importanti decisioni che andranno a ridisegnare la geografia del mondo, dividendo il pianeta in sfere d’influenza.

A Yalta fu decisa l’istituzione dell’Onu; fu rilasciata una dichiarazione congiunta in cui si affermava che l’Europa era libera e si invitava allo svolgimento di elezioni democratiche in tutti i territori liberati dal nazismo. Furono disposti anche il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, che fu smembrata in quattro aree d’influenza divise tra Urss, Usa, Francia e Regno Unito (successive conferenze porteranno a una semplificazione dividendo il Paese in Germania Est e Germania Ovest. Sempre a Yalta furono fissate delle riparazioni per 22 miliardi dovute dalla Germania agli alleati. Lì furono anche decisi i destini di Polonia e Jugoslavia, e si dispose inoltre che fossero mandati nell’Urss tutti i prigionieri di guerra sovietici, anche coloro che non volevano tornare in patria.

La conferenza di Yalta, assieme a quella successiva di Potsdam in Germania (con Stali qui c’erano Harry Truman al posto di Roosvelt e Clement Attlee al posto di Churchill), segnò la suddivisione dell’Europa in due blocchi contrapposti, dando sostanzialmente il via alla Guerra Fredda che durerà per decenni.

(Unioneonline/L)

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