È una storia dell’orrore quella portata alla luce dalla Polizia postale di Milano e Roma che ha arrestato un 30enne romano per violenza sessuale aggravata ai danni della propria figlia (una bimba che non ha ancora compiuto due anni), oltre che per detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico e per adescamento di minorenne. 

Gli abusi che si verificavano in casa venivano puntualmente ripresi con un iPhone, poi le foto e i video venivano inviati ad altri pedofili facenti parte di una comunità online con diramazioni in tutto il mondo.

Gli inquirenti sono partiti dai file illeciti pubblicati con un nickname di fantasia e hanno messo in campo tutti gli strumenti tecnologici a disposizione in una corsa contro il tempo per salvare la piccola vittima.

La svolta è arrivata quando è stato confezionato ad hoc uno strumento informatico che ha permesso di superare il muro di anonimato dietro al quale si era barricato il trentatreenne romano (risultato essere, dai successivi accertamenti, il padre della bambina).

I dati raccolti durante la perquisizione informatica hanno non solo confermato tutte le ipotesi investigative, ma hanno anche fatto emergere un adescamento sessuale che l’indagato stava conducendo nei confronti di un ragazzino di quindici anni.

Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro, mentre l’uomo è stato condotto al carcere romano di Regina Coeli.

(Unioneonline/s.s.)

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