"Mi hanno ucciso di mazzate, dal primo piano al seminterrato sono sceso con calci, pugni e manganellate. Non lo scorderò mai".

Un ex detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Caserta, racconta con queste parole il presunto pestaggio subito dagli agenti il 6 aprile del 2020.  Quasi 300 quelli che, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, avrebbero pestato per quattro ore altrettanti detenuti del Reparto Nilo che il giorno prima avevano protestato dopo che si era diffusa la notizia della positività al Covid di un recluso. E si parla anche di torture.

L’INCHIESTA – Per quella vicenda ieri a 52 tra ufficiali e sottufficiali della Polizia Penitenziaria sono state notificate dai carabinieri le misure cautelari emesse dal Gip, su richiesta della Procura, per i reati di tortura, maltrattamenti, depistaggio, falso; otto sono finiti in carcere e 18 ai domiciliari, mentre 23, tra cui il provveditore regionale alle carceri Antonio Fullone, sono stati raggiunti dalla misura della sospensione dal lavoro.

Per protesta stamani, davanti al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove sono detenuti otto agenti, il segretario generale del sindacato degli agenti della penitenziaria SPP Aldo di Giacomo ha tenuto una conferenza stampa nella quale si è detto "certo" che "il 6 aprile 2020 non vi fu alcun uso sproporzionato della forza, e che il tribunale del riesame ristabilirà la verità".

IL RACCONTO – "Non potevo non denunciare, ma altri compagni non lo hanno fatto perché ancora dentro, in balia degli agenti. Ad oltre un anno di distanza - confessa un ex detenuto - ho però ancora paura. Fu una cosa assurda, mai vista.ualcun altro furono tagliati barba e capelli. Il giorno dopo ci hanno fatto stare in piedi non so per quanto tempo vicino alle brande, come fossimo militari". 

Altri detenuti raccontano del "corridoio" creato dagli agenti nel quale i reclusi passavano e prendevano botte da ogni parte: "Ci hanno costretto a metterci in ginocchio con la faccia al muro - racconta uno di loro - dopodiché hanno iniziato a picchiarci, soprattutto con manganelli. Chi provava a voltare lo sguardo verso gli agenti veniva colpito al volto. Ricordo che gli agenti formavano una sorta di corridoio umano, in mezzo al quale eravamo costretti a passare subendo schiaffi, pugni e manganellate".

Nell'ordinanza il gip parla di una "orribile mattanza" ai danni dei carcerati: alcuni sarebbero stati denudati e 15 anche portati in isolamento con modalità del tutto irregolari e senza alcuna legittimazione.

(Unioneonline/D)

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