«Non conosco Rudy Guede ma quello che abbiamo letto sugli atti, sulla sua condotta prima dell'omicidio, era praticamente la prova provata della sua colpevolezza, della sua responsabilità. Quello che sta succedendo adesso purtroppo mi fa intendere che nulla è cambiato».

Raffaele Sollecito, contattato da "Pomeriggio Cinque", commenta così la notizia sull'ivoriano – già condannato in passato per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel novembre del 2007 - raggiunto dal divieto di avvicinamento all'ex compagna. «Più volte hanno detto che era piuttosto molesto con le ragazze - ha sostenuto ancora Sollecito, assolto in via definitiva per il caso Kercher -, persone hanno testimonianze di ogni genere».

È stata la Procura di Viterbo a chiedere il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico nei confronti di Guede, 36 anni, accusato dai pm della Tuscia di vessazioni e violenze nei confronti della sua ex, una ragazza di vent'anni anche lei cittadina straniera ma da alcuni anni in Italia e che alcuni mesi fa ha presentato una denuncia. Per lui le accuse sono di maltrattamento, lesioni personali e violenze.

Secondo l'impianto accusatorio l'uomo avrebbe preso di mia la sua ex arrivando ad aggredirla anche fisicamente. Elementi confermati nel corso dell'indagine che i pm, coordinati dal procuratore Paolo Auriemma, hanno affidato agli uomini della Squadra Mobile.

I titolari del procedimento avevano sollecitato per Guede gli arresti domiciliari. Una richiesta non accolta, però, dal giudice per le indagini preliminari che ha ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento di almeno 500 metri dalla vittima e l'applicazione del dispositivo che consente il controllo elettronico in remoto dei soggetti raggiunti da una misura cautelare.

Sul caso è intervenuta anche Amanda Knox: «Mi dispiace tanto per la sua ex compagna. Che paura… spero che abbia il sostegno di cui ha bisogno», si è limitata a dire la cittadina americana.

Guede, tornato libero nel gennaio del 2022 dopo avere scontato 13 anni di detenzione, è l'unico condannato per l'omicidio di Meredith. È stato processato con il rito abbreviato e condannato a 16 anni di reclusione per omicidio in concorso con ignoti, gran parte dei quali scontati nel carcere Mammagialla di Viterbo. Dopo avere scontato la pena è rimasto a vivere nel capoluogo della Tuscia dove aveva trovato lavoro come cameriere in un ristorante e parallelamente collaborava con un centro studi.

(Unioneonline/D)

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