Sette degli otto canali che la Fieg (federazione italiana degli editori) aveva segnalato all'Agcom sono stati rimossi da Telegram ritenendo che violassero le nrome sul diritto d'autore.

Il consiglio dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con relatore il commissario Francesco Posteraro, ha esaminato l'istanza con la quale la Federazione aveva chiesto la rimozione di tutte le edizioni digitali di testate pubblicate su alcuni canali della piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, nonché di sospendere l'accesso all'intera piattaforma.

Avviato il confronto, è stato verificato come l'attività di diffusione da parte dei canali risultasse violare la tutela del diritto d'autore online.

L'Autorità, si legge in una nota, "è consapevole del carattere illecito della diffusione di intere edizioni digitali dei giornali sui canali Telegram e del grave danno che ciò arreca all'industria editoriale e, conseguentemente, al pluralismo dell'informazione e al giornalismo di qualità".

"Nel ribadire il proprio forte e fattivo impegno a difesa della proprietà intellettuale, che ha dato luogo all'adozione del regolamento per la tutela del diritto d'autore online, ormai divenuto una best practice a livello internazionale - prosegue il comunicato -, Agcom sottolinea che i suoi interventi devono però svolgersi nell'ambito e nei limiti del regolamento stesso, conforme alle leggi dello Stato e alla normativa europea".

Ma "quando la violazione avviene sui canali di un sito ubicato fuori dal territorio nazionale, come nel caso di Telegram, l'Autorità non può che rivolgersi ai provider italiani che forniscono l'accesso a internet, ordinando loro di procedere alla disabilitazione dell'accesso all'intero sito. Non è infatti possibile ordinare la rimozione selettiva dei soli contenuti illeciti, in quanto ciò - prosegue Agcom - comporterebbe l'impiego di tecniche di filtraggio che la Corte di giustizia europea ha giudicato incompatibili con il diritto dell'Unione. Per espresse disposizioni delle direttive europee, la disabilitazione dell'accesso alla piattaforma deve rispondere a criteri di proporzionalità che Agcom ha sempre applicato con rigore".

(Unioneonline/s.s.)
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