E’ durato solo una quarantina di minuti il colloquio tra i magistrati e Paola e Silvia Zani, le due sorelle bresciane accusate di aver ucciso la madre, Laura Ziliani. Le due giovani – 27 anni la maggiore, 19 la minore – si sono infatti avvalse della facoltà di non rispondere. Interrogatorio di garanzia anche per il loro presunto complice, Mirto Milani, fidanzato di Paola, ma che a quanto sembra aveva anche una relazione nascosta con Silvia. E stesso copione: silenzio. La procura di Brescia sta dunque valutando di interrogarli di nuovo tra qualche giorno. 

Intanto, proseguono le indagini sul delitto, compiuto a Temù, in Valcamonica, dove la Ziliani, ex vigilessa, è stata uccisa, forse per soffocamento, e il suo corpo occultato tra i boschi, dove è stato ritrovato ad agosto, tre mesi dopo la scomparsa. 

La Procura è sempre più convinta che il movente dell’omicidio sia da ricercare nei soldi. La Ziliani aveva infatti un ingente patrimonio immobiliare, su cui le figlie volevano forse mettere le mani, d’accordo con Milani.

A conferma della tesi ci sono anche alcune intercettazioni, dove le due ragazze, nei giorni successivi a quella che loro stesse – anche in televisione – hanno denunciato come una “misteriosa scomparsa”, parlano dei soldi degli affitti delle case della madre da incassare: “900 euro, troppo figo, soltanto con quelli paghiamo l’anticipo per l’auto nuova e forse ci sta anche una vacanza”, diceva ad esempio la maggiore alla minore. E anche Milani, dopo la scomparsa di Laura, avvenuta lo scorso maggio, si era dato da fare, per aiutare le due giovani a riscuotere i canoni dai locatari. 

Del resto Lucia, sorella mezzana di Paola e Silvia Zani, ha confermato che le due giovani “litigavano spesso con la mamma” e la nonna materna delle Zani ah ricordato che tra Laura, Paola e Silvia ci fu una lite a proposito dei costi di ristrutturazione di un immobile. 

Molti però rimangono gli interrogativi e le mancate risposte in questa inquietante vicenda. Risposte che per ora i tre indagati – rinchiusi (le sorelle in cella assieme) nel carcere bresciano di Verziano e in quello di Canton Mombello - hanno deciso di tenere per sé, fino alla prossima convocazione davanti al gip.

(Unioneonline/l.f.)

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