A tre settimane e mezzo dal crollo del ponte Morandi, sono venti le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Genova per il disastro.

Oltre alla società Autostrade per l'Italia, la concessionaria che gestiva il tratto e che risponde anche di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, sono indagati otto suoi dirigenti: l'amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore del Primo Tronco di Genova Stefano Marigliani e i suoi collaboratori Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci; il direttore centrale Operation Paolo Berti, Michele Donferri (direttore delle Manutenzioni), Mario Bergamo (l’ex direttore delle manutenzioni di Autostrade) e Massimo Meliani (responsabili ponti e gallerie).

Coinvolti anche dirigenti del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, con i vertici dell'Unità di vigilanza: il direttore generale Vincenzo Cinelli e il suo predecessore Mauro Coletta; Bruno Santoro, capo Divisione tecnico-operativa della rete autostradale.

E ci sono anche tre ingegneri del Provveditorato e uno dell'Ufficio ispettivo: il provveditore Roberto Ferrazza e i suoi collaboratori Salvatore Bonaccorso e Giuseppe Sisca; Carmine Testa, capo dell'Ufficio ispettivo. Infine altre quattro persone, indagate per reati minori.

Le parti lese, ha detto il Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, sono "le 43 vittime decedute e altre 16 persone che hanno riportato lesioni".

"La lista degli indagati al momento è questa, poi qualora emergessero ulteriori profili dalla prosecuzione delle indagini sarà valutato".

(Unioneonline/D)

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