"Un lavoratore può essere licenziato anche tramite WhatsApp".

Lo afferma il tribunale civile di Catania, secondo cui la fine del rapporto di lavoro può essere comunicata anche attraverso la app di messaggistica istantanea, tramite il quale il datore di lavoro assolve "l'onere della forma scritta, trattandosi di un documento informatico".

Un documento che, tra l'altro, prevede anche una prova di avvenuta ricezione tramite le celebri spunte blu.

Lo scrive il giudice del Lavoro Mario Fiorentino, che rigettato il ricorso presentato da una dipendente di una società che aveva appreso di essere licenziata attraverso la chat di WhatsApp.

Secondo il giudice la modalità impiegata "dal datore di lavoro nel caso di fattispecie appare idonea ad assolvere ai requisiti formali in esame, in quanto la volontà di licenziare è stata comunicata per iscritto alla lavoratrice in maniera inequivoca, come del resto dimostra la reazione da subito manifesta dalla predetta parte".

(Redazione Online/F)
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