Un'incredibile vicenda che riguarda Gianni Mura è venuta fuori proprio dopo la sua morte, avvenuta il 21 marzo scorso.

Il giornalista sportivo di origini sarde da anni era vittima di uno stalker: un uomo con cui aveva stretto inizialmente legami di amicizia, che si diceva suo fan, e che invece in poco tempo si era trasformato in un persecutore.

Una corrispondenza piena di terribili minacce è emersa grazie a uno stretto collaboratore di Mura, che dopo la sua morte ha potuto accedere alla sua casella di posta e ha scoperto tutto, finendo per ricevere a sua volta minacce.

Il 47enne è stato arrestato per estorsione.

I FATTI - A ricostruire la complessa vicenda sono stati i militari del Nucleo Investigativo di Milano. Lo stalker, che vive a Verona ma è residente a Cles, in provincia di Trento, aveva raccontato a Mura ogni genere di storie. Che il padre era stato ucciso, che la madre era morta, tanto da suscitare nel giornalista l'esigenza di aiutarlo con versamenti e offerte di lavoro.

Proprio da una banca del piccolo Comune di Cles risultano i prelievi dei versamenti ricevuti da Mura, un aiuto per far fronte alle difficoltà economiche e familiari.

Ma la situazione era cambiata in poco tempo, e i versamenti volontari erano diventate vere e proprie estorsioni con tanto di minacce.

"Niente e nessuno mi fermerà. Tua moglie e te morirete - si legge in uno dei messaggi minatori agli atti -. Non ho più nulla da perdere. Nulla. Verrò a Milano. A casa o al giornale. Farò una strage. Dammi i soldi e sparirò. Scegli tu perché vivere non potrai".

LE MINACCE - Secondo l'accusa, le richieste di denaro avvenivano quasi sempre per posta elettronica, con un rapporto epistolare dai toni continuamente minacciosi: "M'accompagna, in queste lunghe ore, una feroce fissità nello sguardo - scrive l'uomo -. Ti scrivo perché, nel replicare punto su punto alla tua scarsa lettera (voto 5 - - ), ho tralasciato di ribattere laddove dici 'Io non ho paura di te'. Ecco. Lasciami dire che qui sbagli e di grosso. Non mi conosci a sufficienza. Non sai fin dove può spingersi una persona come il sottoscritto - nato e cresciuto tra le botte e il sangue - che cova un cotale risentimento (tenue eufemismo) verso le ingiustizie sociali".

Nell'ordinanza eseguita stamattina a Verona dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano sono riportate decine di frasi minatorie e richieste di soldi rivolte a Gianni Mura, talvolta anche di decine di migliaia di euro in un unico versamento.

In una occasione, il 47enne chiese alla sua vittima di comprargli una casa da 40mila euro a Verona. In un'altra gli propone un vitalizio da 700 euro al mese in cambio della promessa di non fare del male a sua moglie, che risulta l'obiettivo principale delle minacce. "Forse ammazzerò solo tua moglie, così capirai cosa significa la sofferenza - scrive ancora -. Mandami subito i soldi (basta che li annunci con un sms o una email, non ho voglia di sentirti). Ps. Fossi in te mi prenderei in parola".

E di fronte al rifiuto di Mura, lo stalker aggiunge: "Sappi che non ho paura della galera, delle denunce. Mio padre, ucciso dai trafficanti della camorra, è stato in prigione per una trentina d'anni. Ergo, io non ho la minima paura di andarci. Potrei diventare a brevissimo una feroce belva selvatica in grado di fare di tutto, letteralmente di tutto".

L'uomo non ha avuto pietà neanche dopo la morte del giornalista: quando il collaboratore del cronista ha scoperto tutto, ha minacciato anche lui. Mura, ha detto, gli aveva promesso 3.800 euro e questo impegno doveva essere rispettato per evitare di incorrere nella sua vendetta. In quel momento la moglie di Mura aveva già sporto denuncia ai carabinieri.

(Unioneonline/D)
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