Ergastolo. Questa la condanna inflitta a Giuliana Stanganini, accusata di avere ucciso a Genova il figlioletto di tre anni e la madre, Loredana Stuppazzoni, di cui smembrò anche il corpo.

Il primo delitto, hanno ricostruito le indagini, è stato commesso nel dicembre 2019, mentre l’uccisione della madre è avvenuta durante il lockdown per la pandemia di Covid-19.

I pm Sabrina Monteverde e Stefano Puppo avevano chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. Per la procura la Stanganini non avrebbe alcun vizio di mente. I pm non hanno contestato la premeditazione, nonostante la donna avesse fatto ricerche online sull'infanticidio perché le ricerche risalivano a un mese prima della morte del piccolo.

La donna è accusata di duplice omicidio, distruzione e occultamento di cadavere, ma anche maltrattamenti e utilizzo fraudolento del bancomat della madre.

L'avvocato difensore Chiara Mariani aveva chiesto l'assoluzione nel merito per infermità mentale. "Ce lo aspettavamo - ha detto il legale - ma riteniamo la sentenza estremamente ingiusta. Aspettiamo le motivazioni per fare appello. Non capiamo però perché il giudice abbia tenuto fuori le parti civili e abbia letto la sentenza in maniera da non farsi capire dalla mia assistita che ha problemi uditivi. Aspettiamo con ansia le motivazioni anche perché il giudice ha dato più di quanto chiesto dalla procura". 

(Unioneonline/l.f.) 

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