Alejandro Stephan Meran, nel corso della sparatoria all'interno della Questura di Trieste, ha mostrato "lucidità" nel portare avanti la sua azione "aggressiva".

È quanto scritto dal gip nel decreto di fermo nei confronti del dominicano che ha ucciso due agenti e sparato contro altri otto poliziotti. Si rileva dunque, almeno per ora e da parte del gip, un'assenza di riscontri oggettivi sulla presunta malattia psichica dell'uomo.

Secondo gli inquirenti le uniche prove in merito a un presunto disagio psichico del giovane provengono dalle testimonianze dei familiari, dunque sono di parte. Delle verifiche verranno fatte in un momento successivo, o nel caso dalla Germania dovessero giungere atti o documenti a comprovare che Alejandro era seguito da operatori sanitari per disagi psichici.

Proprio la lucidità e la consapevolezza dell'azione compiuta dal dominicano è uno degli elementi che avrebbe convinto il gip a confermare la custodia cautelare in carcere.

IL RICORDO - Saranno celebrati martedì in forma solenne i funerali di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 31 e 34 anni, colpiti a morte venerdì pomeriggio nella Questura di Trieste da Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni, affetto da disagio psichico e accompagnato in quegli uffici per il furto di uno scooter.

Saranno i familiari a dire l'ultima parola su dove si svolgeranno: se a Trieste oppure nei loro paesi d'origine, Pozzuoli e Velletri.

Ieri è andato avanti per tutto il giorno il lungo e silenzioso pellegrinaggio in Questura per deporre un fiore e un pensiero: un omaggio che si è tenuto in tutta Italia, anche a Cagliari.

In poche ore sono arrivate all'indirizzo mail della Questura oltre 500 mail di solidarietà alle vittime. Poi alle 19 migliaia di persone si sono raccolte per la messa di suffragio nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, a pochi metri dal luogo della tragedia. Infine la fiaccolata spontanea, senza simboli di partito.

Agenti uccisi a Trieste: dolore e commozione in tutta Italia
Agenti uccisi a Trieste: dolore e commozione in tutta Italia
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Fiori davanti alla Questura triestina
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Le condoglianze al Questore
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Il ricordo di uno degli agenti
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L'omaggio dei vigili del fuoco
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Parole di cordoglio anche dal Presidente della Repubblica Mattarella
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La processione di cittadini a Trieste
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I due agenti uccisi
I due agenti uccisi
I due agenti uccisi
Uno striscione esposto durante Verona-Sampdoria
Uno striscione esposto durante Verona-Sampdoria
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(Foto Ansa)
(Foto Ansa)
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L'omaggio delle forze dell'ordine di Cagliari (L'Unione Sarda - Vercelli)
L'omaggio delle forze dell'ordine di Cagliari (L'Unione Sarda - Vercelli)
L'omaggio delle forze dell'ordine di Cagliari (L'Unione Sarda - Vercelli)

LA RICOSTRUZIONE - Intanto emergono nuovi dettagli su quei pochi minuti in cui, venerdì pomeriggio, è accaduto il peggio. Alejandro Augusto, stando a quanto emerge, ha scaricato completamente la pistola semiautomatica di Pierluigi Rotta, custodita in un vecchio modello di fondina, poi ha strappato dalla fondina anche la Beretta di Matteo Demenego.

I primi colpi sono stati sparati nell'ufficio Volanti, poi l'uomo si è guadagnato l'uscita e ha sparato sei colpi nell'atrio della questura, verso il gabbiotto di guardia occupato da una giovane agente e da un poliziotto rimasto ferito alla mano. Uno dei proiettili ha infranto anche un vetro.

Altri proiettili sono ancora conficcati nell'auto su cui c'erano i due agenti della squadra Mobile che hanno fermato il giovane dopo averlo ferito all'altezza dell'inguine.

Con sedici colpi sparati dal killer (23 in totale, con quelli esplosi dagli agenti), il bilancio, dunque, avrebbe potuto essere ben più grave. Perciò l'inchiesta dovrà accertare come sia stato possibile che un'operazione di routine, come quella di accompagnare un accusato di furto presso gli uffici della Questura, sia sfociata in un pomeriggio di sangue.

LA POLEMICA - E diventano un caso le custodie delle pistole, non a caso sequestrate insieme con le armi.

Secondo quanto sostiene il Sindacato Autonomo di Polizia, il Sap, al primo agente "è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo la custodia con l'arma sarebbe stata strappata dalla cintura quando ormai era già in terra inerte, a causa delle ferite per i colpi esplosi con la prima pistola sottratta".

Ma il Dipartimento della pubblica sicurezza interviene per escludere che che al momento possa esserci una correlazione tra "la tragica morte di Matteo e Pierluigi e l'inadeguatezza dell'equipaggiamento in dotazione".

LA MADRE DI ALEJANDRO: "PERDONATELO" - La madre del killer, intanto, chiede "di perdonarlo" e ricorda la malattia mentale del figlio: "Sentiva le voci - dice - stava male".

Ma in Italia non era in cura presso il servizio di igiene mentale come invece lo era in Germania dove, con madre e fratello, aveva vissuto. Forse anche per il suo disagio Alejandro dopo i due omicidi si è chiuso nel silenzio e non ha risposto neanche al magistrato.

(Unioneonline/D-L)

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