Ribaltata la sentenza di primo grado nei confronti di Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara imputato al processo per la tragedia di Rigopiano, in Abruzzo, dove – nel 2017 – un hotel venne travolto da una valanga (le vittime furono 29).

Provolo, che era stato assolto e a cui era contestata l’accusa di falso e omissioni di atti d'ufficio, è stato oggi condannato dalla Corte d’Appello dell’Aquila a un anno e otto mesi.

La decisione dei giudici è arrivata al termine della camera di consiglio durata quasi 5 ore. 

Complessivamente sono state inflitte otto condanne (contro le 5 del primo grado) e pronunciate 22 assoluzioni.

I giudici hanno confermato le condanne inflitte in primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per i dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, per il tecnico Giuseppe Gatto e per l'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso.

Oltre all'ex prefetto Provolo, sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola.

«Tutte le allerte valanga sono state ignorate. Con questa sentenza muore la prevenzione in Italia. Che la facciamo a fare?». Così Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, 31enne addetto alla reception dell'hotel Rigopiano, morto il 18 gennaio 2017 nella struttura di Farindola (Pescara) travolta da una valanga.

«Ho provato molta confusione. Non hanno reso giustizia. Sono molto amareggiato perché non sono stati puniti i maggiori responsabili» ha aggiunto Bonifazi.

(Unioneonline/l.f.)

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