L'ipotesi di una stretta nazionale, con il Cts che spinge per il "modello Natale" con lockdown nei weekend, non piace a tutta la maggioranza di governo.

"Come ormai sostengono molti medici, il Cts e il sottosegretario Sileri, servono interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini delle zone più a rischio, senza chiudere tutto in Italia", afferma Matteo Salvini, precisando che nei weekend "servono più controlli, non più chiusure".

Anche il presidente della Regione Liguria e leader di "Cambiamo" Giovanni Toti è contrario, e chiama in causa la Sardegna: "Fare misure uguali per tutto il Paese per i fine settimana non è giusto. Che senso ha bloccare i weekend in Sardegna, che è una Regione bianca?".

Toti fa riferimento anche alla sua Liguria: "Ora non è una Regione particolarmente colpita dal virus, che senso ha bloccare i fine settimana? Servono misure mirate laddove c'è necessità, non ovunque. Già non ci si può spostare tra Regioni, nelle zone rosse e arancioni non ci si può spostare tra Comuni, vorrei capire quali altre misure dobbiamo mettere nei fine settimana".

Ma la stretta nazionale, teoricamente, non dovrebbe riguardare la Sardegna. Almeno fino a quando si resterà sotto la soglia dei 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti l'Isola resterà bianca e potrà decidere autonomamente sulle riaperture, ferme restando alcune regole base: obbligo di mascherina, divieto di assembramento, no a discoteche e sagre.

Lo stesso assessore Nieddu precisa: "In teoria alla Sardegna queste restrizioni non interessano", afferma a L'Unione Sarda. "La giusta preoccupazione che esiste a livello nazionale non riguarda l'Isola. Ovviamente è fondamentale continuare ad avere questi numeri e per questo bisogna rispettare tutte le norme, ma ritengo che un lockdown che possa toccare anche noi sarebbe ingiustificato".

(Unioneonline/L)
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