"Purtroppo è lui".

L'ex moglie di Paolo Bellini, ex primula nera di Avanguardia Nazionale, accusato di concorso in strage nell'attentato a Bologna del 2 agosto 1980, lo ha riconosciuto.

Sarebbe lui l'uomo riccio coi baffi ripreso in un filmato amatoriale sul primo binario della stazione emiliana nel giorno in cui una bomba sventrò la stazione uccidendo 85 persone tra cui Maria Fresu, originaria di Nughedu San Nicolò, e sua figlia Angela.

Per Bellini la procura generale ha da poco chiesto il rinvio a giudizio.

"Ho visto in questo momento il video - aggiunge la donna ai magistrati in un verbale visionato dall'Ansa - e posso dire che la persona ritratta nel fermo immagine immediatamente dopo la colonna è il mio ex marito".

"Nei fotogrammi - aggiunge Maurizia Bonini, interrogata il 12 novembre 2019 - non si riconosce bene perché il viso è alzato e girato da una parte" ma "Paolo aveva una catenina che portava al collo con una medaglietta e un crocifisso, almeno così mi pare di ricordare". E nel riconoscere l'ex marito nel video, la donna osserva: "Attaccato alla catenina mi pare ci sia un crocifisso".

L'alibi di Bellini, che già all'epoca "destò sospetti di falsità" secondo la Procura generale, è di essere partito quel giorno da Rimini di prima mattina per il Passo del Tonale con la famiglia.

Quell'immagine però lo mostra nella stazione proprio al mattino. Partirà davvero, ma a quanto pare più tardi: "Se si trovava a Bologna - ha detto l'ex moglie - devo dire che ci ha usati come alibi. Intendo me e i miei familiari che sono stati interrogati".

"Ho saputo della strage in macchina - ha aggiunto - quando Paolo ha acceso la radio mentre ci stavamo recando al Tonale. Lui ha acceso la radio per sentire un po' di musica; questa fu l'intenzione che dichiarò quando accese l'apparecchio".

IL TELEGRAMMA A COSSIGA - Nell'interrogatorio è anche emerso, sempre a detta dell'ex moglie, che Paolo Bellini scrisse un telegramma a Francesco Cossiga quando questi concluse il mandato da capo dello Stato.

Raccontando di un episodio che l'aveva "particolarmente colpita", Maurizia Bonini ricorda "un telegramma che Paolo mandò a Cossiga quando cessò l'incarico di presidente della Repubblica, nel quale Paolo gli disse: 'Sarai sempre il mio Presidente'".

Un altro episodio raccontato dalla donna riguarda un incontro casuale avvenuto a Reggio Emilia, città d'origine di Bellini, con l'ex procuratore Elio Bevilacqua: "Paolo gli andò incontro e i due si abbracciarono. La cosa mi stupì e perciò chiesi, in seguito, a Paolo il perché di tanta confidenza. Paolo mi rispose che il dottor Bevilacqua aveva aperto un ufficio di consulenza come avvocato e mi precisò che era un massone". Paolo era un massone? "Non lo so", risponde la donna agli inquirenti.

(Unioneonline/D)
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