La procura di Firenze ha aperto un fascicolo d'inchiesta per l'ipotesi di reato di frode informatica connessa con indebito utilizzo dell'identità digitale di uno o più soggetti sul caso della sparizione di 17 milioni di Nano monete, una sorta di mini-Bitcoin, per un valore di circa 158 milioni di euro, dalla piattaforma italiana Bitgrail.

L'indagine è stata avviata dopo la denuncia presentata lo scorso venerdì dall'amministratore della piattaforma, Francesco Firano, negli uffici della polizia postale.

I danneggiati potrebbero essere migliaia di persone in tutto il mondo: sono 220mila gli iscritti che usano questa piattaforma italiana di exchange per fare trading con monete virtuali.

Sulla pagina di Bitgrail è stato pubblicato un documento in cui si spiega che "si è trattato di un furto" non imputabile al loro software, e che è stata presentata "regolare denuncia alle autorità competenti segnalando le informazioni riguardanti i responsabili dell'hack e i bug sfruttati", ma che "non daremo informazioni tecniche dettagliate sul furto pubblicamente" anche perché "ci sono delle indagini in corso e chi di dovere avrà tutti i dati, tutti gli strumenti e la nostra piena collaborazione per chiarire ogni aspetto di questa faccenda".

Sui social il Dev Team di Nano che ha accusato l'amministratore delegato della società di voler insabbiare l'accaduto, che ha dichiarato di aver presentato un'ulteriore denuncia per diffamazione aggravata a mezzo stampa contro gli sviluppatori.

La piattaforma afferma che "tutte le coin, a eccezione di Nano (dei quali rimane circa un 20%), sono al sicuro".

(Unioneonline/F)
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