Da trent’anni il padre Vittorio aveva lasciato Senorbì insieme al fratello Pier Paolo, per poi fondare pochi anni dopo una fiorente ditta di traslochi con sedi a Castenaso (provincia di Bologna) e a Castelfranco Emilia (provincia di Modena). 

Ma Alessia e Giulia Pisanu, le due ragazze di 15 e 17 anni travolte e uccise da un treno dell’alta velocità sabato mattina a Riccione, residenti a Madonna di Castenaso, erano comunque molto legate alla Sardegna. Poche settimane fa, a giugno, erano tornate nell’Isola con la famiglia: prima una vacanza a Costa Rei, poi la tappa obbligata a Senorbì. Da dove nelle prossime ore partiranno molti parenti (c’è anche un altro fratello di Vittorio, Mario, titolare di una sala di ricevimenti) per raggiungere l’Emilia.

“A nome di tutta la cittadinanza esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia Pisanu”, ha detto il sindaco Alessandro Pireddu. “Una tragedia che lascia senza parole”, le parole dell'ex primo cittadino Adalberto Sanna.

LA TRAGEDIA – Alessia e Giulia, sorelle inseparabili, la mattina del 30 luglio sono entrate alla stazione di Riccione, una delle località estive più frequentate dai coetanei che, come loro, trascorrono lì la notte, a ballare, e poi prendono il treno del mattino per fare rientro a casa. Quasi tutti i testimoni, pochi alle 6 del mattino di sabato, le hanno definite stanche e spossate, forse dopo una serata passata sveglie.

Le due sorelle hanno avvicinato il titolare del bar che stava rifornendo i distributori automatici: "Una ragazza vestita di nero mi ha chiesto qualcosa, non mi sembrava molto lucida. Poi si è allontanata e si è incontrata con una amica che teneva in mano gli stivali". Una era Giulia, l'altra Alessia. L'uomo le ha viste andare verso il secondo binario dove era già fermo il treno per Ancona. "Ho iniziato ad urlare, io come altri che erano in stazione. In mezzo agli urli abbiamo sentito il fischio del treno Frecciarossa in transito sul primo binario. Poi una gran botta".

Impossibile sopravvivere all’impatto del convoglio, diretto a Milano, che può raggiungere i 200 chilometri orari. Secondo le testimonianze dei passeggeri in banchina, a scendere è stata prima una delle due, mentre l’altra le si stava avvicinando forse per cercare di salvarla o aiutarla a risalire. 

Immediatamente sono scattati i soccorsi, sul posto la Polfer, gli agenti della Questura, la scientifica della polizia di stato, i carabinieri di Riccione e i vigili del fuoco di Rimini.

Non è stato facile per gli agenti della Polfer risalire all'identità delle due ragazze. L'unico indizio un cellulare estremamente danneggiato intestato ad una ditta di traslochi di Castenaso. Attraverso la ditta, è stato quindi rintracciato Vittorio Pisanu, che ha effettuato il riconoscimento dei pochi resti delle figlie e poi, per ore, è rimasto negli uffici della Polfer di Rimini per poter ricostruire nel dettaglio i loro ultimi istanti di vita

(Unioneonline/D)

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