“Sistema Pavia”, accusato anche il pm che lavorava con Venditti: spese per cene, auto e corse dei cavalli
Il capitolo Sempio-Poggi è solo quello più visibile di un’inchiesta che per mesi è andata avanti sottotracciaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'accusa mossa all'ex procuratore pavese, Mario Venditti, di aver ricevuto soldi per scagionare Andrea Sempio, ora di nuovo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, è solo la punta dell'iceberg o il capitolo più visibile di una inchiesta che per mesi è andata avanti sottotraccia e oggi è uscita allo scoperto.
Inchiesta, coordinata dalla Procura di Brescia, che riguarda il cosiddetto "sistema Pavia", ossia la gestione dell'ufficio, con presunte spese irregolari e scambi di favori, prima dell'arrivo dell'attuale capo, Fabio Napoleone, e nella quale è finito anche il pm Pietro Paolo Mazza. Dopo il blitz dello scorso 26 settembre che ha portato finanzieri e carabinieri nella abitazioni di Venditti, dei genitori e zii di Sempio e degli ex carabinieri Silvio Sapone e Andrea Spoto, per tutto il giorno il Gico della Guardia di Finanza bresciana ha effettuato perquisizioni e sequestri tra Milano e Pavia a caccia di documenti sulla sospetta "mala gestione" dei fondi che sarebbero stati spesi per cene, corse ai cavalli e auto di lusso e su rapporti non molto 'ortodossi' tra toghe e imprenditori.
Le Fiamme Gialle si sono recate nell'abitazione di Mazza, accusato di corruzione e peculato, e nella sua stanza al quarto piano del Palazzo di Giustizia milanese, dove si è trasferito dal maggio del 2024. Gli investigatori, che hanno sequestrato il cellulare del magistrato, hanno raccolto carte fino al tardo pomeriggio. Al centro delle accuse formulate dal pm Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete, c'è 'Esitel', la società che si occupa di intercettazioni e della fornitura delle auto per servizi di appostamento e indagini. Gestita dai fratelli Cristiano e Raffaela D'Arena, sotto la guida di Venditti, che in questo caso risponde solo di corruzione, avrebbe avuto il monopolio dell'attività di captazione dei dialoghi, e nel 2017 realizzò anche le intercettazioni a carico di Andrea Sempio.
Per quel che si sa, al momento, la ricostruzione degli inquirenti riguarderebbe una macchina che Mazza, sei anni fa, avrebbe ottenuto a un prezzo di favore dalla stessa Esitel, la quale in cambio sarebbe stata destinataria di una serie di incarichi. «Sono molto fiducioso che si risolverà tutto nel più breve tempo possibile», ha affermato Massimo Dinoia, che difende il pm con il collega Fabrizio Testa.
Riguardo invece al filone in cui a Venditti è contestata la corruzione in atti giudiziari, gli investigatori stanno proseguendo le indagini e passando al setaccio i conti del magistrato in pensione. Martedì prossimo, davanti al Tribunale del Riesame di Brescia, è stata fissata l'udienza per discutere il ricorso presentato dal suo legale, Domenico Aiello, contro il decreto di perqusizione e sequesto eseguito due settimane fa.
Intanto spuntano gli appunti integrali, scritti a mano da Giuseppe Sempio, il padre di Andrea, e che sono tra gli elementi cardine di questa tranche di indagine. Oltre all'ormai nota frase «Venditti gip archivia X 20.30 euro», ci sono altre affermazioni: «L'accusa di Stasi», l'allora fidanzato di Chiara che sta finendo di espiare 16 anni di carcere, «verso i Sempio perché sono loro che hanno fatto seguire mio figlio Andrea accusandolo con il Dna quindi non è una difesa è un'accusa verso la mia famiglia». E ancora: «Gip Venditti procuratore di Pavia» e altre considerazioni come: «Se archivia l'indagine dovrebbe mettere il nome del soggetto sulla archiviazione Sempio Andrea». Oppure: «Così non può essere indagato x per lo stesso motivo il Dna». Infine c'è anche un dialogo intercettato, tra l'allora legale di Stasi e il maresciallo Spoto. L'avvocato che ha poi lasciato il mandato a Massimo Lovati a cui il 37enne dovrebbe revocare il mandato.
(Unioneonline)