"La città di Crema , i suoi abitanti non hanno nulla da vergognarsi. Da voi nostra figlia è stata accolta bene e trattata altrettanto bene". È la frase di grande forza e coraggio pronunciata dai genitori della donna di 39 anni, ospite di una comunità per malati psichiatrici, che sabato scorso si è data fuoco, uccidendosi, in un campo di Crema mentre, secondo un testimone, alcuni passanti, invece che prestare soccorso, filmavano la tragedia con i loro telefonini.

"Siamo cristiani e li perdoniamo - afferma la coppia affidando le parole al quotidiano la Provincia di Cremona - e abbracciamo la città che ha accolto nostra figlia".

La testimonianza del soccorritore che ha raccontato dei filmati con i telefonini era stata postata sul proprio profilo Facebook dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, che si era anche chiesta: "Chi siamo diventati?".

Secondo il quotidiano, la Procura di Cremona potrebbe ipotizzare il reato di omissione di soccorso nei confronti di chi non è intervenuto.

(Unioneonline/v.l.)
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