Ucciso a bruciapelo con tre colpi di pistola alla testa. Così è morto Natale Caravello, 47enne pregiudicato palermitano assassinato nel quartiere Brancaccio. L’uomo aveva una serie di precedenti per furti e rapine, in particolare un colpo da 500mila euro messo a segno nel 2009 a Palermo.

Precedenti che nulla hanno a che fare con il delitto, maturato per motivi sentimentali. E’ stato un ragazzo di 20 anni, Alessandro Sammarco, nipote del boss Giuseppe Bronte, ad compiere l’omicidio.

Il ragazzo ha confessato e rivelato il movente: frequentava la figlia di Caravello, che si era opposto al fidanzamento.

Il giovane si è presentato alla caserma Carini dei carabinieri in piazza Verdi accompagnato dal suo avvocato ed è stato portato alla Mobile dove è stato interrogato. Lì ha raccontato l’ennesima discussione finita in tragedia.

Sammarco è entrato in caserma dandosi i pugni in testa: “Mi sono consumato. Mi sono consumato”, diceva.

“Era sconvolto - ha raccontato l'avvocato - mi ha detto cosa fosse successo e siamo andati insieme in caserma. Era una situazione che andava avanti da un anno circa. Il padre della ragazza si opponeva al rapporto con la figlia. Ieri il mio assistito, mentre girava in moto per il quartiere, è stato bloccato da Caravello. Gli si è parato davanti. Sammarco ha estratto la pistola e ha sparato. Ha affermato di non aver mirato. Era disperato e ha detto più volte che con il gesto di ieri si è rovinato la vita”.

(Unioneonline/L)

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