Gli inquirenti continuano a lavorare sul giallo di Sharon Verzeni, uccisa quasi due settimane fa in mezzo a una strada a Terno d’Isola (Bergamo) e senza testimoni. La barista di 33 anni è stata ferita a morte da quattro profonde coltellate: la speranza è che l’assassino abbia lasciato il suo Dna sulla vittima.

Il delitto è avvenuto dieci minuti prima dell'1 della notte tra lunedì e martedì della settimana scorsa.

Gli accertamenti eseguiti finora su circa cento ore di riprese di una cinquantina di telecamere piazzate non solo a Terno d'Isola, ma anche nei paesi circostanti, non avrebbero fornito elementi utili: una decina sono le persone riprese prima e dopo l'ora del delitto, che non avrebbero necessariamente incrociato Sharon nella sua abitudinaria camminata serale e che non hanno evidentemente fornito indicazioni per risalire all'assassino.

La vita privata della 33enne è stata scandagliata a fondo dai carabinieri di Bergamo e Zogno e dai loro colleghi del Ros, mentre le analisi scientifiche dei campioni prelevati durante l'autopsia e gli abiti che indossava la vittima quando è stata colpita, così come alcuni coltelli trovati nella zona dell'aggressione - via Castegnate a Terno d'Isola - sono al vaglio dei militari del Ris di Parma. La speranza è che l'assassino abbia lasciato una traccia del suo Dna da qualche parte e che sia già schedato. Gli esiti, però, non sarebbero ancora arrivati a Bergamo.

Anche l'analisi dei cellulari di Sharon e del suo compagno Sergio Ruocco - che al momento del delitto era a casa e dormiva, come verificato dagli inquirenti - non avrebbero fatto emergere nulla di particolare sulla vita della donna, che da un anno lavorava come barista a Brembate.

(Unioneonline/s.s.)

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