"Troppo mascolina e poco avvenente, per questo la sua accusa di essere stata stuprata sarebbe poco credibile".

Tre giudici della Corte d'Appello di Ancona hanno assolto due giovani condannati in primo grado a cinque e tre anni per violenza sessuale, sostenendo, tra le motivazioni, che la presunta vittima, una 22enne di nazionalità peruviana, non potesse essere oggetto di "attrazione sessuale".

Secondo quanto riporta "La Repubblica", il verdetto è stato annullato con rinvio dalla Cassazione, come richiesto dal procuratore generale che ne ha evidenziate alcune incongruenze e vizi di legittimità.

Tra le motivazioni della sentenza si legge che all'imputato principale "la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo 'Vikingo' con allusione a una personalità tutt'altro che femminile quanto piuttosto mascolina, come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare".

Contro la sentenza si sono scagliate alcune associazioni femministe.

Il presunto episodio di violenza sarebbe avvenuto nel marzo 2015 mentre il processo di primo grado il 6 luglio 2016. Esito del primo processo: la condanna di uno dei due violentatori, quello che ha avuto i rapporti con la ragazza, a cinque anni, e il suo amico che ha fatto da palo a tre.

Gli imputati hanno fatto ricorso e il 23 novembre 2017 la Corte d'Appello ha dato loro ragione assolvendoli.

(Unioneonline/F)
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