Corruzione e turbativa d'asta.

È con queste accuse che sono state arrestate nove persone, tra cui il responsabile pro tempore dell'ufficio appalti del Comune di Ladispoli, un imprenditore romano, e due direttori tecnici delle società coinvolte.

L'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Roma dopo una serie di denunce per presunte irregolarità nella procedura di aggiudicazione di cinque appalti per un nuovo campo di calcio: un affare da oltre due milioni di euro.

Le società coinvolte nell'appalto erano in realtà tutte riconducibili a un unico imprenditore, un 61enne, che le aveva intestate ai figli appena maggiorenni, alla moglie, alla madre ottantenne e a un suo dipendente, in realtà operaio. Un trucchetto che ha permesso di manipolare l'esito della gara.

E non solo di questa. Al vaglio degli inquirenti ci sono altri appalti, ben sedici, per un valore complessivo, a base d'asta, di 4,2 milioni di euro.

Oltre ai nove arrestati sono stati denunciati altri tre imprenditori e un professionista, responsabili di analoghi reati.

(Redazione Online/D)

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