Per risparmiare sulle procedure anti-Covid secondo l'accusa hanno causato la morte di 22 persone ospitate nella struttura.

"Nessuna procedura anti contagio è stata rispettata" nella casa di riposo Ramagnano di Marsicovetere (Potenza). Nicola Ramagnano e Romina Ravallo, i due soci titolari della struttura, sono stati arrestati questa mattina con le accuse di epidemia colposa e omicidio colposo e circonvenzione di incapaci.

Anche i dipendenti dovevano procurarsi da soli i dispositivi di protezione, e l'atteggiamento negligente dei titolari avrebbe determinato il diffondersi dell'epidemia di Covid e la morte di 22 anziani.

La casa di riposo era inoltre "assolutamente inadeguata e sovraffollata". Secondo la Procura la struttura, autorizzata ad ospitare 22 anziani, ne ospitava 49, che occupavano tutti i locali. Alcuni non autosufficienti erano stati "depositati" persino nella camera mortuaria.

Gli investigatori del Nas hanno anche accertato la "sistematica falsificazione" dei registri di entrata e uscita degli anziani.

Tutti i decessi si sono verificati durante la seconda ondata. Secondo i Nas, "in presenza di epidemia accertata" all'interno della casa di riposo, i titolari non hanno sottoposto a tampone un'ospite poi trasferita abusivamente in un'altra struttura, la "San Giuseppe" di Brienza, dove si è diffuso un altro focolaio che ha causato la morte di cinque persone.

Inoltre, Ramagnano è anche accusato di circonvenzione di incapaci perché, in un caso, avrebbe approfittato dello stato di infermità di un anziano ospite, "inducendolo" a firmare "atti dispositivi del proprio patrimonio in suo favore".

(Unioneonline/L)
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