È stata riaperta a Potenza la chiesa della Santissima Trinità nel cui sottotetto, il 17 marzo 2010, fu trovato il cadavere di Elisa Claps, la 16enne potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993.

Lo conferma la curia arcivescovile potentina, con la diocesi che rende noto che «inizialmente, per un congruo tempo», la chiesa della Santissima Trinità - che risale forse al nono secolo, anche se se ne ha notizia in un documento del 1178 - «rimarrà aperta ogni giorno dalle ore 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20».Tenuto anche conto dell'indirizzo dato di recente da Papa Francesco, «in sintonia» con l'arcivescovo del capoluogo lucano, la chiesa, chiusa proprio dal 2010, sarà «un luogo di preghiera silenziosa, l'Adorazione, la ricerca del conforto interiori e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita».

La decisione è stata presa proprio per avviare un «cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile», come indicato in una lettera che il Papa ha inviato «direttamente» alla madre di Elisa Claps e all'arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio.

Da tempo era stato avviato il progetto di riapertura al culto della chiesa, che si affaccia su via Pretoria, la strada principale della città, decisione che aveva provocato non poche polemiche da parte della famiglia Claps.

«Hanno agito furtivamente, come dei ladri: non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent'anni», commenta oggi Gildo Claps, fratello di Elisa: «Mi auguro adesso che la comunità di Potenza risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa».

Per il delitto Claps è stato condannato a trent’anni, in via definitiva, Danilo Restivo. Resta ancora aperta l'indagine bis della Procura di Salerno sulle modalità del ritrovamento del cadavere e su eventuali complicità di cui avrebbe beneficiato Restivo, giudicato colpevole anche dell'uccisione, nel 2002 in Inghilterra, di una vicina di casa, Heather Barnett.

(Unioneonline/D)

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