Sono passati quattordici mesi dal 3 febbraio 2016, giorno in cui è stato ritrovato, lungo la strada che collega il Cairo ad Alessandria d'Egitto, il corpo martoriato di Giulio Regeni.

E oggi, a poco più di un anno dalle prime dichiarazioni ufficiali, tornano a parlare alla sala stampa del Senato i genitori del giovane ricercatore friulano, per ribadire la loro convinzione: "Quello di Giulio è stato un omicidio di Stato".

Parla di "14 mesi surreali" la madre Paola. "Siamo una famiglia normale catapultata in questa situazione, non possiamo mai abbassare la guardia perché per avere la verità dobbiamo agire, non bastano i proclami".

"Continuiamo a confidare nelle nostre istituzioni, abbiamo avuto rassicurazioni dal premier Gentiloni", ha detto il padre, Claudio Regeni, il quale poi ha chiesto che l'ambasciatore italiano non torni più al Cairo, e non solo: "Auspichiamo che altri Paesi, europei e non, facciano lo stesso".

La madre invece si è rivolta anche a Papa Francesco, che il 28 e il 29 aprile andrà in Egitto per una visita storica. "Siamo sicuri che non potrà in questo viaggio non ricordarsi di Giulio", ha detto.

Poi i due hanno mostrato una foto inedita, un murales realizzato da writer egiziani a Berlino. Nel dipinto c'è un gatto: "È il simbolo dell'Egitto ferito", ha detto la mamma. E anche una scritta in arabo: "Ucciso come un egiziano".

Lo striscione per Giulio: dietro i genitori,  l'avvocato Alessandra Ballerini, Luigi Manconi, Riccardo Noury
Lo striscione per Giulio: dietro i genitori,  l'avvocato Alessandra Ballerini, Luigi Manconi, Riccardo Noury
Lo striscione per Giulio: dietro i genitori, l'avvocato Alessandra Ballerini, Luigi Manconi, Riccardo Noury

LE INDAGINI - Fra reticenze e depistaggi, le indagini vanno avanti: la verità sulla morte di Giulio è più vicina, ma ancora non è arrivata. I procuratori romani che si occupano dell'indagine in Italia, Giuseppe Pignatone e Sergio Colacicco, sono convinti che dagli apparati della Nationa Security egiziana e dagli agenti del Dipartimento investigazioni municipali del Cairo siano arrivate troppe falsità.

L'ultima rogatoria, partita a metà marzo, non ha ancora ricevuto risposta. Gli inquirenti sono sempre più convinti che Giulio sia stato attenzionato dalle autorità egiziane non per un breve periodo, come ammesso dal Cairo, ma per almeno due mesi, prima di essere sequestrato, seviziato e ucciso.

Appare ormai sempre più sicuro che Regeni sia stato ucciso per gli studi che faceva, come si capisce dal video girato dal responsabile del sindacato ambulanti Mohammed Abdallah.

Il tutto dopo mesi di depistaggi, in cui si è insinuato di tutto: dal giro di droga e festini gay in cui sarebbe finito Giulio al presunto litigio con un vicino, fino all'ipotesi che fosse stato ucciso da comuni banditi.

L'AMBULANTE EGIZIANO CHE HA DENUNCIATO REGENI - VIDEO:

LE PAROLE DI GIORGIO NAPOLITANO - "L'impegno deve continuare in tutte le forme possibili, giovandosi della rigorosa e sobria sollecitazione e collaborazione dei familiari di Giulio", ha detto il presidente emerito, sottolineando la "sordità e complicità, le torbide resistenze all'accertamento della verità da parte egiziana".
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