Sei mesi fa, in Egitto, veniva torturato e assassinato Giulio Regeni.

A 180 giorni dal delitto, su cui ancora non è stata fatta luce, Amnesty International ha organizzato una fiaccolata a Roma, per chiedere ancora una volta "giustizia e verità" sul mistero che ancora avvolge la sorte del giovane ricercatore friulano.

"Dopo sei mesi - dicono gli organizzatori - non un passo avanti ha fatto la ricerca della verità: nonostante l’impegno della procura di Roma e degli avvocati della famiglia Regeni e i dolorosi viaggi in Italia e all’estero dei genitori di Giulio, la mancanza di collaborazione da parte delle autorità egiziane impedisce ogni progresso".

"Il tempo - aggiunge Amnesty - in questo caso non è galantuomo e Giulio Regeni rischia di aggiungersi al lungo elenco di italiani le cui circostanze della morte, e le relative responsabilità, non sono mai state definitivamente chiarite".

"A cercare d’impedire tutto questo - la chiosa - c'è il giallo degli striscioni che da mesi sono appesi ovunque in Italia e che continuano a imbellire palazzi delle istituzioni, scuole, università, abitazioni private".
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