"Per come è iniziata ero certo che sarebbe finita nel modo peggiore. Per ore ho pensato che ci avrebbero ucciso tutti". Così Carlo Martelli, il medico aggredito da quattro rapinatori nella sua villa di Lanciano (Chieti) insieme alla moglie, Niva Bazzan, racconta a "La Repubblica" le ore di terrore vissute insieme ai suoi familiari. Con loro al momento della rapina, anche il figlio disabile a cui i banditi non hanno fatto del male, fortunatamente.

"Mi sono svegliato con un cazzotto in faccia, e poi con altri ancora. Avevo visto che in casa c'era la luce accesa, ma pensavo fosse mia moglie che doveva alzarsi presto per andare in gita a Roma".

L'unica cosa che cercavano i rapinatori era la cassaforte: "Ci ripetevano, diteci dov'è o vi facciamo a pezzettini".

Dopo aver setacciato tutta la casa i ladri hanno deciso di prendersela con la moglie di Martelli: "Le hanno detto: ti diamo dieci minuti, se non ci porti alla cassaforte ti tagliamo l'orecchio. E lo hanno fatto, davanti a me", ricorda dal letto di ospedale dove si trova ricoverato.

I malviventi sono poi andati via con bancomat e carte di credito e hanno prelevato quanto era possibile. Poi sono fuggiti a bordo dell'auto del medico.

Sulla sicurezza di vivere in quella località e sulla possibilità di lasciare la villetta, Martelli dice: "È la nostra casa, l'abbiamo realizzata su misura per nostro figlio disabile, senza barriere architettoniche. Cercherò di renderla un po' più sicura".

E sull'idea di comprare una pistola, è certo: "Io la pistola non me la compro. Averla significa essere disposti ad usarla e un cittadino normale non lo è. È lo Stato che deve difenderci".

Intanto proseguono a tutto campo le indagini della polizia per risalire agli autori della violenta rapina. Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni e visionando i filmati di telecamere della zona.

L'auto rubata ai coniugi dopo il colpo è stata ritrovata ieri dalle forze dell'ordine.

(Unioneonline/s.a.)

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