La Corte d'Appello di Firenze ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli nel processo per le fatture false. Condannato, ma con la pena ridotta a nove mesi, l'imprenditore pugliese Luigi Dagostino, “il re degli outlet”.

La procura generale aveva sollecitato la conferma delle condanne inflitte in primo grado nell'ottobre 2019: 1 anno e 9 mesi per i coniugi Renzi e due anni per Dagostino, accusato anche di truffa aggravata.

Ma i giudici della terza sezione hanno accolto la richiesta dei difensori dei genitori dell'ex premier e attuale leader di Italia Viva.

Al centro del procedimento una serie di fatture pagate dalle società dei Renzi nel 2015: una da 20mila euro dalla "Party” e l'altra da 140mila euro dalla “Eventi6”, entrambe per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Consulenze che riguardavano lo studio di fattibilità per un'attività di ristorazione e aumentare i clienti nell'outlet The Mall nel Valdarno.

"Due anni fa sono stato condannato a 22 mesi di carcere ma non mi sono mai occupato di amministrazione, solo di commerciale", la difesa di Renzi. "La legge è uguale per tutti, anche per chi si chiama Renzi. Non ho mai fatto fatture false in vita mia - le parole di Bovoli -. Mio marito Tiziano non capisce nulla in amministrazione. Mi assumo completamente la responsabilità della fattura da 20 mila euro da 'Party srl' per un lavoro ben preciso che avrebbe dovuto svilupparsi, cioè attirare i clienti verso i negozi poco frequentati nell'outlet The Mall. Progetto mai andato fino in fondo perché, grazie al fango gettato dalla stampa, sono stata costretta a chiudere l'azienda. Mio figlio, allora a Palazzo Chigi, mi disse di chiudere l'azienda. E così feci. Ma dopo 30 anni di lavoro - ha concluso - potevo rovinarmi per 20mila euro?".

(Unioneonline/D)

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