«Fuori Alfredo dal 41 bis». Lo urlano gli anarchici dal presidio fuori dal Palazzo di Giustizia di Torino blindato, durante il processo d’Appello che vede imputati Alfredo Cospito e Anna Beniamino, militanti anarchici della Fai (Federazione anarchica informale).

I giudici devono esprimersi sulla rideterminazione della pena, come disposto dalla Cassazione, per il reato di strage politica che prevede l'ergastolo.

Alfredo Cospito è detenuto nel carcere di Sassari dove è recluso nel regime del 41 bis, sta portando avanti uno sciopero della fame da più di un mese per contestare il regime di carcere duro cui è sottoposto.

L’anarchico ha fatto delle dichiarazioni spontanee: «Condannato in un limbo senza fine, non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell'ergastolo ostativo fino all'ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese».

Cospito rischia l'ergastolo per l'attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), quando due ordigni vennero fatti esplodere nel 2006: è stato condannato a 20 anni, ma la Corte D'Appello di Torino, presieduta da Piera Caprioglio, deve decidere se rideterminare il reato in strage politica. Il procuratore generale Francesco Saluzzo ha chiesto il carcere e vita e dodici mesi di

isolamento diurno.

«La magistratura italiana – ha detto ancora l’anarchico - ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l'ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l'assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno. Non soddisfatti, si è deciso, oltre all'ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, di tapparmi la bocca per sempre con il 41 bis».

(Unioneonline/L)

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