Il governo Gentiloni ha deciso di costituire l'avvocatura dello Stato nel procedimento sollevato dalla Corte d'Assise di Milano davanti alla Corte Costituzionale per il processo a carico di Marco Cappato.

Aveva tempo fino ad oggi per prendere una decisione sull'eventualità di difendere la costituzionalità del divieto di aiuto al suicidio contenuto nel codice penale che risale agli anni '30, che norma il reato di cui è imputato Marco Cappato.

E nonostante l'appello dell'associazione Luca Coscioni, che aveva chiesto all'esecutivo di non intervenire in difesa della norma, ha deciso di costituirsi di fronte alla Consulta.

"Una scelta legittima e pienamente politica - commenta il legale di Marco Cappato e dell'associazione, Filomena Gallo - visto che l'esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l'appello lanciato da diversi giuristi e sottoscritto da 15mila cittadini, che chiedevano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato".

"Prendo atto - aggiunge Filomena Gallo - anche della richiesta di costituzione in giudizio di una serie di organizzazioni e gruppi che sempre si sono distinti per aver avversato in ogni modo il riconoscimento del diritto alla libertà e responsabilità individuale fino alla fine della vita".

L'obiettivo dell'associazione e di Marco Cappato, invece, resta sempre lo stesso: "Far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di libertà e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione europea dei diritti umani, nella convinzione che Fabiano Antoniani avesse diritto a ottenere in Italia il tipo di assistenza che, a proprio rischio e pericolo, ha dovuto andare a cercare all'estero con l'aiuto di Marco Cappato".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata