Beppe Grillo e Alessandro Di Battista, rispettivamente leader del Movimento 5 Stelle e deputato pentastellato, risultano formalmente indagati per diffamazione, in due diversi processi.

La procura di Genova ha aperto un fascicolo dopo la querela presentata da Marika Cassimatis, ex candidata sindaco del M5S a Genova, nei confronti di Grillo per le parole pubblicate sul suo blog.

Parole con cui aveva negato il simbolo del gruppo alla sua lista in vista delle amministrative.

Di Battista invece, era stato querelato per le dichiarazioni rilasciate in un'intervista.

"Ringrazio tutti gli amici e i sostenitori di Genova e d'Italia che hanno già contribuito alla nostra causa, a nome anche dei candidati consiglieri della lista che ha vinto le primarie di Genova del M5S", ha commentato Cassimatis.

"Stiamo affrontando una battaglia per la legalità e la trasparenza: quello che è successo a Genova potrebbe ripetersi altrove. E noi ci sentiamo come Davide contro Golia, abbiamo ancora bisogno di aiuto", ha ribadito su Facebook la candidata del Movimento "sconfessata" da Beppe Grillo.

LE REAZIONI - L'indagine, però, non ha turbato Beppe Grillo che si è detto "sereno", al punto di scherzare sulla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati. "È un atto dovuto", ha detto, aggiungendo di considerare "esagerate le reazioni dei media".

Sulla stessa onda anche il capogruppo del M5S alla Camera Roberto Fico, che ha detto: "Siamo tranquillissimi, nessun problema".

E nella giornata di oggi Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, ha avuto un malore ed è stato ricoverato al Gemelli di Roma.

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