Dopo vent'anni di carcere duro ha usufruito di un permesso premio l'ergastolano Giuseppe Montanti, uno dei mandanti dell'omicidio del giudice antimafia Rosario Livatino.

Il 64enne di Canicattì, in provincia di Agrigento, è uscito dal carcere per nove ore e ha incontrato ieri, in una località segreta, il figlio maggiorenne.

Si tratta del primo permesso di cui ha usufruito dalla condanna nel 1999 dalla Corte d'Assise di Caltanissetta dopo la latitanza ad Acapulco, in Messico.

Nel decreto del magistrato si fa riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione sui reati ostativi e i permessi in cui si afferma "la non necessità della confessione del reato per ottenere il permesso-premio". Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), con nota del 30 aprile 2019, evidenziava che Montanti "non ha mai collaborato" e concludeva "che non si può escludere eventuale ulteriore collegamento con ambienti devianti esterni".

Proprio in questi giorni si commemora il giudice Livatino, ucciso in un agguato di mafia il 21 settembre del 1990.

(Unioneonline/D)
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