Andare a scuola, per una ragazzina minorenne e autistica di un Istituto Superiore di Tolentino in provincia di Macerata, era diventato un incubo. 

Testimonianze, intercettazioni ambientali e immagini riprese da videocamere nascoste hanno accertato che la studentessa era fatta oggetto di insulti, rimproveri, urla, minacce e schiaffi, ma anche continue umiliazioni e denigrazioni.

Le aguzzine erano le persone che avrebbero dovuto occuparsi di lei, ossia un'insegnante di sostegno e un'assistente che avrebbe dovuto seguirla nella comunicazione: le indagini, condotte dai carabinieri del Nor di Tolentino sotto la direzione del sostituto Rita Barbieri della Procura di Macerata e con la collaborazione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Macerata, si sono chiuse con due provvedimenti tutelari a carico delle due donne, poste agli arresti domiciliari da un'ordinanza del gip Claudio Bonifazi.

LA RICOSTRUZIONE – Le due professioniste facevano l’esatto contrario del loro dovere. A partire dalla segnalazione di un'altra docente e dalla direzione della scuola, i carabinieri hanno ricostruito vari episodi da novembre 2021 fino ad aprile 2022

Tanto per cominciare la ragazzina, invece di frequentare le lezioni con i suoi compagni di classe, veniva portata in un'aula separata dove rimaneva sola con la prof e l'assistente. Qui veniva ricoperta di offese e bestemmie, anche in dialetto. In più di una occasione le avrebbero detto che la sua presenza a scuola era inutile.

Non solo: ci sarebbero state anche minacce di non farle fare merenda o di gettarle dalla finestra il diario e la gomma da cancellare. Infine varie punizioni: l'obbligo di scrivere la stessa frase fino a riempire una pagina, che poi finiva nel cestino; quello di rimanere in aula quando chiedeva di andare in bagno. Tra i rimproveri correnti, quello di non sapere fare cose elementari, o all'opposto, di fingere che avesse alcune difficoltà.

E poi colpetti sulla nuca o sul dorso delle mani, mentre eseguiva un compito assegnatole. E, ancora, domande troppo complesse, seguite da frasi di scherno e derisione per le difficoltà di pronuncia, percosse, spintoni, tirate di capelli e colpi di bottiglia di plastica in testa, per avere toccato l'insegnante alla ricerca di attenzione o di affetto, atteggiamenti minacciosi o sprezzanti.

Il reato ipotizzato per le due indagate è maltrattamenti pluriaggravati per aver commesso il fatto approfittando di circostanze di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e la privata difesa; con violazione dei doveri inerenti ad un pubblico servizio, abuso di autorità e di prestazione d'opera in danno di minorenni. 

(Unioneonline/D)

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