Papa Francesco oggi è a Trieste, dove è stato accolto un’ovazione al Generali convention center. È stato accompagnato con la sedia a rotelle fin dietro le quinte, poi si è alzato e appoggiandosi a un bastone ha raggiunto la postazione.

Nel suo intervento, davanti a delegati e personalità presenti per le Settimane Sociali della Cei, ha parlato di vari temi politici e sociali.

«Nel mondo di oggi, diciamo la verità, la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo», ha detto il pontefice. Aggiungendo poi un invito ai cattolici: «Non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Ciò significa non tanto pretendere di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi. Dobbiamo essere voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce. Tanti, tanti non hanno voce».

Ha preso inoltre la parola il cardinale Matteo Zuppi: «I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l'unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall'inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque. E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù».

Per Zuppi la democrazia è come un’orchestra: «Ogni strumento è importante, ma nell'orchestra tutti hanno bisogno di accordarsi agli altri».

(Unioneonline/s.s.)

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