A Padova è bufera per le trascrizioni sui registri comunali dei figli delle coppie arcobaleno.

Nella città veneta sono 33 i casi di bimbi di coppie omogenitoriali registrati all’anagrafe dal 2017, ovvero quelli nati tramite la fecondazione assistita e – di fatto – con due mamme. Secondo la Procura però «la “seconda mamma non c'è nel diritto italiano. E neppure la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della propria compagna». 

L'ufficio giudiziario, ad aprile, aveva chiesto al Comune gli atti di tutti i 33 bambini. E il primo, quello di una bambina con due mamme registrato nell'agosto 2017 dal Comune è stato anche il primo ad essere impugnato per illegittimità. Così – a breve –  i bimbi di 33 famiglie arcobaleno, tutti con il cognome delle due mamme, saranno messi davanti ad un cambio drastico del proprio stato civile. «Sono casi uguali, non c'è nessun motivo per differenziare - ha spiegato il Procuratore facente funzioni Valeria Sanzari. «L'impugnazione arriverà a tutte le coppie per le quali abbiamo chiesto al Comune gli atti anagrafici».

La famiglia che per prima comparirà in Tribunale ha un secondo bimbo, figlio biologico dell'altra donna – all'anagrafe il secondo genitore della bambina –. Hanno pochi mesi d'età di differenza, e finora hanno vissuto come fratelli. Ma nell'impugnazione del certificato di nascita il magistrato scrive che «la giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale». Non è dello stesso parere la madre della piccola, secondo la quale «non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale, ma di ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma». «Mi chiedo - prosegue la donna - come possa un Tribunale di uno Stato che professa come priorità la tutela dei minori, escludere che una bambina di 6 anni, iscritta alla scuola primaria, possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia». La Procura, definendo illegittima l'indicazione nell'atto di nascita della mamma non biologica, quale secondo genitore, chiede dunque la cancellazione del nome di quest'ultima, e la rettifica del doppio cognome attribuito con essa alla bambina. 

Secondo la presidente di Famiglie Arcobaleno, Alessia Crocini, siamo di fronte a «un atto vergognoso e indegno di un paese civile. Mentre Carolina Varchi (Fdi), relatrice della proposta di legge contro la Gpa, assicurava in parlamento che il suo partito ha a cuore tutti i bambini, veniva notificata alle prime mamme l'impugnazione del certificato di nascita: ipocrisia allo stato puro di un governo che da quando si è insediato agisce in maniera sistematica per cancellare i diritti dei nostri figli». Nel contempo il primo cittadino di Padova si è detto comunque «sereno e soddisfatto delle scelte fatte». Per lui le trascrizioni dei bambini figli di due mamme «è un atto di responsabilità verso questi piccoli, perché non accetto il pensiero che siano discriminati fin da subito, appena nascono».

(Unioneonline/v.f.)

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