È in semilibertà da poco prima di Natale, Daniele Natale Micale, uno dei due ultrà del Catania condannati per la morte dell'ispettore della polizia Filippo Raciti, avvenuta il 2 febbraio 2007, allo stadio Massimino durante il derby col Palermo.

Filippo Raciti
Filippo Raciti
Filippo Raciti

Micale era stato condannato - insieme all'allora minorenne Antonino Speziale - a 11 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e ha già scontato oltre metà della condanna in carcere a Catania.

Il provvedimento accoglie la richiesta dei difensori di Micale, gli avvocati Eugenio De Luca e Matteo Bonaccorsi. Il 30enne esce di carcere al mattino per andare a lavorare e rientra la sera, trascorrendo la notte in prigione.

LA VEDOVA: "ACCETTO LA LEGGE MA NON È GIUSTO" - "Avverto il dolore della sconfitta, ma è la legge. Appena ho saputo ho sentito come un peso, maggiore amarezza e ingiustizia. Accetto la legge, ma non è giusto, il mio calvario continua: chi è condannato deve scontare tutta la condanna, altrimenti non c'è certezza della pena".

Con queste parole Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Filippo Raciti, ha commentato la decisione del giudice di concedere la semilibertà a Daniele Micale.

(Unioneonline/s.a.)

LA RICHIESTA DI SPEZIALE:

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