Resta in carcere per gravi indizi di colpevolezza Davide Fontana, il 43enne dipendente di banca che ha ammazzato e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi, sua vicina di casa a Rescaldina (Varese) ed ex compagna. L’uomo è accusato di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento.

Rinchiuso nel carcere Canton Mombello, ha raccontato agli inquirenti di aver colpito la donna – i cui resti sono stati trovati in quattro sacchi dell'immondizia vicino ad una scarpata a Borno, in provincia di Brescia, una settimana fa – con un martello durante un gioco erotico: "Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa ed io continuavo a colpirla ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa. A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue".

"Credo che fosse già morta ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho buttato in un cestino dell'immondizia a Rescaldina. Mi è sembrato che fosse un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola", sono le parole usate dall'uomo nel lungo interrogatorio di lunedì notte che si è concluso con il fermo disposto dal pm Lorena Ghibaudo e confermato dal gip che si è poi dichiarata incompetente territorialmente e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio.

La tesi del gioco erotico, tuttavia, non è al momento ritenuta credibile da chi indaga. Nei prossimi giorni gli inquirenti entreranno nelle case della vittima e del suo assassino per i primi accertamenti, così come inizieranno ad analizzare i cellulari sequestrati. 

Dopo il delitto Fontana ha fatto a pezzi il corpo e ha provato a disfarsi dei resti: "Ho prenotato un appartamento su Air B&B sito a Vararo, non ricordo il nome. Era una casa singola in collina, isolata. La prima volta ho pernottato due giorni per rendermi conto della logistica. Ho poi successivamente prenotato ancora una volta la medesima abitazione e, in questa occasione, ho portato con me i sacchi contenenti il corpo. Nella zona barbecue di questa abitazione ho provato ad appiccare il fuoco ai pezzi del cadavere, utilizzando alcol e benzina, ma mi son reso conto che non era fattibile. Ho quindi recuperato i pezzi e li ho riportati a casa di Carol mettendoli nel freezer", è il racconto choc dell'impiegato di banca ora in carcere. Il congelatore lo aveva comprato apposta e lo aveva installato a casa della donna con la quale aveva avuto una relazione che - ha spiegato Davide Fontana - era finita dopo un viaggio a Viterbo per girare le scene del primo film a luci rosse registrato dalla ragazza, attrice hard con il nome d'arte Charlotte Angie.

"Voglio ricordare mia figlia come la conoscevo io, di quello che dicono gli altri non mi interessa", le parole della madre di Carol Maltesi.

(Unioneonline/D)

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