Secondo blitz antimafia in due giorni a Palermo.

Quello di oggi ha colpito il mandamento di Tommaso Natale e ha portato all’arresto di 8 persone. Tra le due operazioni c’è un filo comune, che è quello della continua richiesta del “pizzo” alle imprese operanti sul territorio.

Undici le estorsioni accertate dagli inquirenti – due quelle non andate a buon fine -, ma solo in due casi le vittime hanno presentato denuncia spontaneamente. I carabinieri hanno ricostruito le varie intimidazioni portate a termine spesso attraverso attentati incendiario per mano degli uomini di Giulio Caporrimo al fine di scoraggiare i concorrenti e mettere le mani su alcuni appalti.

Esempi ne sono l’incendio doloso ai danni di un esercizio commerciale di Sferracavallo. Un attentato che sarebbe stato ideato da Caporrimo, dal figlio Francesco e da Francesco Ventimiglia per ottenere la gestione del locale. Con un altro rogo è stato colpito un cantiere edile per la realizzazione della rete fognaria sempre a Sferracavallo. Un'altra intimidazione era stata realizzata ai danni di una società edile che stava svolgendo lavori di ristrutturazione in un immobile, con l'obiettivo di ottenere la commessa per lavori di impiantistica.

Ma la cosca faceva profitti anche grazie ai cosiddetti "cavalli di ritorno", le somme che gli uomini di Caporrimo si facevano consegnare per la restituzione di veicoli rubati. 

(Unioneonline/s.s.)

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