Assolto perché il fatto non costituisce reato. Questa la sentenza del tribunale di Milano nei confronti di Mauro Pili, accusato di diffamazione a seguito di una denuncia presentata cinque anni fa dai vertici del gruppo Onorato.

L'ex presidente della Regione, ora cronista de L'Unione Sarda, da parlamentare prima e da leader di Unidos poi, aveva condotto una campagna mediatica con lo scopo di denunciare le distorsioni nella gestione della convenzione della continuità territoriale marittima, allora affidata a Cin-Tirrenia.

Al centro del procedimento penale era finita una serie di post e video pubblicati su Facebook tra il 2018 e il 2019. Documenti e immagini alla mano, Pili aveva parlato di utilizzo di carrette del mare nelle tratte da e per la Sardegna, di modifiche degli accordi tra Stato e armatore che avevano permesso ingenti risparmi ai privati a discapito dei sardi che si vedevano ridurre i servizi, del mancato versamento di 180 milioni da parte degli Onorato per l'acquisizione della Tirrenia (prima pubblica) e aveva segnalato uno stato di forte crisi finanziaria del gruppo.

In più aveva definito "Pinocchio e Pinocchietto" Vincenzo e Achille, Onorato padre e figlio, per dichiarazioni rilasciate alla stampa che poi non avevano trovato seguito nei fatti. Critiche durissime, che avevano scatenato la reazione: gli armatori avevano presentato una querela, annunciando una richiesta danni per 20 milioni.

A Cagliari avevano anche fatto partire un procedimento penale per stalking, perché consideravano la campagna di Pili come una persecuzione. Il filone sardo si era chiuso con un'archiviazione. Oggi è arrivato l'epilogo di primo grado davanti al Tribunale di Milano.

L'accusa aveva chiesto la condanna al pagamento di 1.032 euro. Gli avvocati delle parti civili (Vincenzo e Achille Onorato, oltre a Moby e Cin) avevano concluso l'arringa aggiungendo una richiesta di provvisionale di 50.000 euro a testa.  

Questa mattina la giudice Maria Cristina Filiciotto ha pronunciato il verdetto di assoluzione. Quello richiesto dal difensore di Pili, Daniele Ripamonti.

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