Muore per un ascesso non curato a 19 anni, il 5 luglio 2004. Dopo 17 anni, oggi, la vicenda trova il suo epilogo con un risarcimento milionario ai familiari dopo la condanna dei cinque medici che lo hanno avuto in cura, del centro odontoiatrico coinvolto e dell’azienda sanitaria locale di Cosenza. 

Un risarcimento che tuttavia “non potrà lenire il dolore per la morte di un giovane che si stava affacciando alla vita”, affermano i legali.

"Si vada a prendere un gelato, non è niente”, si era sentito dire A.D.M., il 19enne, che poi ha perso la vita per uno shock settico diretta conseguenza di quell’ascesso non curato a un dente.

"Dopo ben tre sentenze penali, del Tribunale di Lagonegro, nel 2009, della Corte d'Appello di Potenza, nel 2010, e della Corte Suprema di Cassazione del 2012, e di quella civile, del Tribunale di Lagonegro, passata in giudicato nel 2018, alla fine ci resta la grandissima soddisfazione professionale ed umana per aver dato Giustizia ai genitori, alla sorella, ai nonni, ma soprattutto ad A.D.M., che oggi può riposare in pace", hanno commentato gli avvocati napoletani Milo, Di Pietro e Longobardi.

Una morte causata dal “concorrente illecito operato di ben cinque medici”, sottolineano, che “lo hanno dimesso diverse volte senza curarlo e causandone il decesso, facendo in modo che un banale ascesso dentale evolvesse in maniera incontrollata sino a portare alla morte dopo giorni di atroci sofferenze”.

(Unioneonline/L)

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